Una chiacchierata con Charles Bukowski!

                 “Ciao Charles, mi sarebbe piaciuto moltissimo conoscerti nei tempi addietro, parlarti, frequentarti e soprattutto interpretare il tuo Tema Natale in tua presenza.

Mi presento: sono un’astrologa da vent’anni, mi piace giocare con i pianeti!

So che mi stai guardando esterrefatta, ma non mi rimane che sedermi vicino a te, per conoscerti meglio attraverso lo specchio dell’astrologia, mentre il tuo odore di alcool s’impossessa delle mie narici.

Ho letto molti tuoi scritti e pensavo di chiederti un appuntamento, sì.. anche in uno di quei bordelli che frequentavi spesso, per parlarti di te attraverso l’interpretazione dei pianeti del tuo cielo natale.

Forse ti starai facendo una grassa risata e siccome sei molto curioso e io sono molto simpatica e determinata a conoscerti meglio, ci sediamo ad un tavolo tondo con in mano un bicchiere di vino, un grafico e una matita per domificare il cerchio zodiacale con case, pianeti e i loro aspetti”.

Quando sei nato Charles”? ti chiedo, ma poi mi ricordo “Ah, sì giusto, sei nato il 16 agosto del 1920 in una piccola cittadina tedesca”.

Mi serve sapere la tua ora di nascita precisa Charles” e tu mi rispondi alle ore 22.00.

“Perfetto, ho tutto quello che mi serve”, mentre tu mi guardi con il sigaro chiedendo alla cameriera, con un seno prorompente, un’altra bottiglia di whisky.

Tra un calcolo e la posizione dei pianeti di quel giorno ti dico: “Charles, sei nato sotto il segno del Leone, hai un Ascendente nel segno del Toro, con una Luna nel segno della Vergine”.

Tu mi guardi con grande sorpresa e mi chiedi: “Cosa vuole dire, cosa significa?”

E io ti rispondo usando un linguaggio molto semplice, “il tuo motto sai qual è? Io sono il centro e non cambio”. E tu, molto perplesso, mugugni qualcosa!

Charles, sai di essere diventato uno dei più amati e controversi autori del ‘900? Sai di aver scandalizzato l’Universo con l’opera forse la più famosa STORIE DI ORDINARIA FOLLIA? L’ho letto qualche anno fa e hai descritto il tuo mondo con perversa lucidità e odiosa irriverenza. Ti veniva detto di tutto: il misantropo, l’alcolizzato, l’indiscreto, l’osceno, il violento, il fallito. Eri amato e odiato, ma tu lo sapevi benissimo e non te ne importava nulla.  Ma ora guardiamo insieme il tuo cielo astrale”.

“Il tuo Sole, che rappresenta il tuo Io attivo, la tua personalità e il tuo carattere è in quinta casa e in Leone, la casa degli eccessi, dell’egocentrismo puro, dello stare al centro del mondo e dell’Universo”.

E mi chiedo: “come mai la tua penna è sempre così perversa, provocatoria, a volte solitaria e incompresa? Poi guardo Mercurio, ed è spiegato dall’aspetto di Mercurio con Nettuno sempre in Leone. Questo vuole dire che sei il classico genio incompreso, come tanti artisti mai capiti in vita, ma ricordati perennemente alla loro morte. Quell’aspetto di congiunzione, energia forte, nel tuo tema natale, racconta la pura verità, narra storie sporche, incasinate, brutali in modo eccentrico e controverso, pieni di fantasia.

Nella casa degli eccessi si spiega di quanto hai scritto, tantissimo, moltissimo appunto!

Quello stile di scrittura così unico e anticonvenzionale, per nulla formale e per niente elegante, ma pieno di parolacce, come delle litanie recitate a memoria, ha conquistato milioni e milioni di lettori.

Tutti i tuoi racconti ruotano intorno al sesso, come si evince quel Marte nel lussurioso segno dello Scorpione, intorno all’alcool, dato da una congiunzione di Sole e Nettuno, ad una vita sregolata, data dall’opposizione dell’asse quinta/undicesima, l’asse dell’equilibrio mentale.

Quella folla di pianeti in quinta casa, in cui Nettuno è stato il protagonista della tua vita, che ti ha permesso di vivere sempre ai limiti e ai bordi, sempre ai margini tra follia e razionalità, fra cinismo e sensibilità, fra senno e ragione”.

 E tu, molto interessato, con la faccia di chi non capisce davvero nulla, forse fingi interesse ma comunque presti molta attenzione, perché è proprio vero che l’astrologia non mente.

Ti guardo e mi accorgo che, per un attimo, hai smesso di bere, e continuo:

E inoltre, quel Plutone in terza casa, il pianeta della creatività perversa e indecente nella casa della scrittura, ha caratterizzato il tuo modo di scrivere crudele e provocatorio, ai limiti della decenza, anzi spesso molto indecente, conquistando intere generazioni, grazie al tuo essere autentico, senza filtri, come un pazzo al naturale con un’aureola di maledetto, come uno che se n’è fregato di piacere per il suo aspetto fisico.

Nonostante il tuo Ascendente nel segno del Toro, che rende bello e sensuale di chi lo indossa, tu bello di certo non eri. Bevevi molto più di una spugna, come si evince da quei pianeti SOVRABBONDANTI, confermando la tua esistenza vissuta IN ECCESSO. Scrivevi come parlavi, con un linguaggio da fare arrossire pure i frequentatori di quei bordelli in cui frequentavi ad ogni ora del giorno e di cui hai raccontato nei romanzi e nelle poesie”.

Ad un tratto mi chiedi la parola con gentilezza, perché sai essere anche molto educato e mi racconti che: “a 13 anni ho iniziato a bere, a frequentatore cattive compagnie e a vagabondare in lungo e in largo. Ho svolto lavori saltuari sino ad essere impiegato presso un ufficio postare di Los Angeles. Poi, i miei racconti, le mie poesie hanno trovato posto sul alcune riviste denunciando la mia rabbia verso la vita, l’amarezza perenne di fronte ai torti subiti e all’insensibilità degli uomini. Mi ascolti signorina, MI HANNO PIANTATO DENTRO COSI’ TANTI COLTELLI CHE QUANDO MI REGALANO UN FIORE ALL’INIZIO NON CAPISCO NEANCHE COS’E’, CI VUOLE TEMPO”.

Ovvio che sono parole non dette a caso, parole di chi non si fida, di chi ha ricevuto tanti calci in bocca, parole di chi conosce l’ipocrisia umana. Questo scrittore o lo si ama follemente o lo si detesta visceralmente.

Intanto continuo a interpretare il suo cielo natale e finalmente lui si rilassa e si mette a suo agio, mi chiede se si “legge” anche il suo romanticismo, la sua vena poetica, la sua inquieta malinconia così travagliata e intensa.

Gli rispondo: “certamente sì, perché il lato bello di Nettuno è anche la poesia, i sentimenti, le illusioni, il perdersi fra l’infinito. Nettuno è il mare, la musica, la pittura, l’arte attraverso i pennelli ma anche attraverso le parole e i versi di una poesia, delle note su un pentagramma. Nettuno è il ballo, la danza, il nuoto, andare lontano superando i limiti”.

Charles Bukowski mi prende la mano e mi sussurra sottovoce: “amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti, quelli con l’anima in fiamme, quelli anticonformisti, strani, diversi, l’essere borderline”.

E inoltre, mi dice che “dietro un atteggiamento estremo si nascondono estreme fragilità, dietro ad ogni vizio e ad ogni dipendenza c’è sempre un vuoto o una voragine da colmare e la mia unica via di salvezza e di fuga era SCRIVERE”.

Già, penso, quel Nettuno è anche la fuga dalla realtà!

Quella folla di pianeti che hanno ruotato intorno a Nettuno, che hanno minato il suo equilibrio non solo mentale ma anche emotivo, trovandosi non solo nel segno del Leone, il segno del concepimento e della creatività, del sesso e dei piaceri della vita, ma anche nel settore che conferma i suoi vizi ma anche le sue virtù.

Per difetto la sua vita si è appoggiata sulle sue fragilità trovando pace nell’alcol e nel sesso, nei vizi mentre sfogava la sua rabbia contro gli altri, che lo hanno sempre deluso, che mai lo hanno capito, che lo hanno tradito e rifiutato, vivendo la sua esistenza vissuta ai confini del lecito delle sue debolezze.

Quella follia, che solitamente porta al suicidio, Charles mi dice: “Scrivo ancora, ho appena scritto in quattro mesi oltre 250 poesie. Sento ancora la follia scorrermi dentro, ma ancora non ho scritto le parole che avrei voluto, la tigre mi è rimasta sulla schiena. E se fra voi c’è qualcuno che si sente abbastanza matto da voler diventare scrittore, gli consiglio VA’ AVANTI; SPUTA IN UN OCCHIO AL SOLE; SCHIACCIA QUEI TASTI, È LA MIGLIORE PAZZIA CHE POSSA ESSERCI”.

Ad un certo punto Charles si accorge che divento triste e mi dice con un grande sorriso: “Mia cara, bisogna sempre provarci, meglio avere delusioni che rimpianti, e poi ANCHE LA FOLLIA MERITA I SUOI APPLAUSI”.

Prende un bicchiere di birra in mano e lo alza al cielo: “Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare, se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare e se non succede niente si beve per far succedere qualcosa”.

Mi chiede di bere insieme a lui e di festeggiare il nostro incontro mentre rovescia della birra sul suo cielo di nascita.

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