Charles Baudelaire e la sua astrobiografia!

Aristotele affermava “non esiste un grande genio senza una dose di follia”.

E quando si parla di genialità e di follia vengono spesso ricordati i nomi di grandi artisti e poeti, di musicisti e scrittori.  

Fra i tanti ricordiamo Charles Baudelaire, nato il 9 Aprile del 1821 a Parigi.

Era un poeta, scrittore, un critico letterario e un critico d’arte, era considerato fra i “poeti maledetti”.

Era molto tormentato, sempre inquieto, come si evince da quella grande folla di pianeti nella sua ottava casa natale.

Era dell’Ariete e Ascendente Vergine, il suo Tema Natale presenta uno stellium di pianeti posti nell’ottava casa, la casa della trasformazione, dell’oscurità, della profondità, dell’abisso, dell’autodistruzione ma anche della rinascita.

Lo scrittore non perdeva mai il controllo perché sia il Sole in ottava casa e sia l’Ascendente nella Vergine  non gli permettevano di sprofondare nelle paludi del suo inconscio. Le sue passioni non trovarono mai esplosioni incandescenti, tipico dell’Ariete, ma Baudelaire esprimeva la sua passionalità tipica dell’Ascendente in Vergine, quindi in modo ragionato ed efficiente, misurato e preciso.

Purtroppo però questo lo spingeva sempre a dubitare di sé, a ripiegarsi in una tormentata lotta tra la forma e la sostanza, tra la mente che domina e la passione che travolge, costringendolo a vestire sempre curato ed elegante.

La folla di pianeti nella sua ottava casa, appartenente ad una casa d’Acqua, cosignificante dello Scorpione,  spesso spegnevano quel suo ardore e quella sua passionalità di Fuoco tipico dell’Ariete.

 E ancora, quella folla di pianeti nella sua ottava casa richiama una sua citazione: “Quest’orrore della solitudine questo bisogno di dimenticare il proprio Io nella carne esteriore, l’uomo lo chiama nobilmente bisogno d’amare”, come  conferma  Venere nella sua ottava casa.

Lo scrittore aveva una grande passione per l’esoterismo rappresentata dalla sua più grande opera “I Fiori del Male”, una raccolta di cento poesie. I temi affrontati erano il sesso, la morte, la depressione, la corruzione, il pessimismo, il male di vivere e l’alcool, tanto da guadagnare moltissimi seguaci, ma furono molti coloro che gridarono allo scandalo, costringendo il suo editore a cancellare alcune sue raccolte.

Quest’opera letteraria, che ha suscitato scandalo e morbosità, raccoglie proprio tutte le simbologie della casa ottava. Insomma l’autore ha saputo descrivere,  al meglio e in modo amplificato, tutte le caratteristiche tipiche dell’ottavo settore.

La splendida congiunzione di Urano e Nettuno del Tema Natale di Baudelaire è un aspetto che esprime nuove idee brillanti, quel guizzo geniale che accompagnò il poeta nello scrivere le sue opere.

Lo stesso aspetto lo ha condotto ad assumere oppio per gran parte della sua esistenza, una droga che oltre ad annebbiare la mente lo tranquillizzava. La sostanza gli permetteva di addentrarsi nelle viscere del suo genio, di amplificare la capacità di indagare il suo mondo interiore,  di riscoprire i suoi ideali rivoluzionari e di immaginare che oltre la realtà ci fosse un mondo straordinario.

Urano stimola l’immaginazione di Nettuno e Nettuno ispira l’intelletto di Urano: questo porta alla nascita del sentimento nelle idee e alla consapevolezza di un inconscio molto sollecitato.

Per lo scrittore le droghe e l’alcool rappresentavano un conforto e una fuga dalle angosce e dalla depressione. Se i fiori rappresentano la bellezza che solo l’arte può creare, il “male” è il simbolo della corruzione e del degrado della società in cui Baudelaire è stato costretto a vivere.

Saturno in ottava è stato un macigno sul cuore del poeta portandolo a rifugiarsi nei paradisi artificiali di Giove e Venere, sempre in ottava casa, facendogli scoprire l’irrazionalità  e l’altra realtà raggiungibile solo con l’arte.

I grandi conflitti interiori dell’autore lo hanno portato a percepire altre realtà, a narrare di mondi differenti, ad ispezionare i lati più oscuri di un presente scomodo per un’artista così tormentato e creativo.
La sua genialità lo hanno portato ad essere l’esponente chiave del simbolismo, un inventore del genere lirico e a produrre grandi opere:  per questo ancora oggi non è considerato solo uno dei precursori della letteratura decadente, ma anche un filosofo a tutto tondo, capace di riuscir a parlare di ogni aspetto della società, dall’arte all’amore, rendendo così il suo passaggio indimenticabile non solo nella letteratura ma anche nell’immaginario collettivo.

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